POESIA COSMISTA testi (3 – fine)
Andrej Platonov – da “Čevengur”
Ehi, esci da qui! Visto che sei Dio perché ti mischi a noi?
L’uomo non cresce che attraverso l’amicizia per un altro ma lui
non cresce che grazie all’argilla, dunque si sente Dio.
Non di argilla, io mi nutro direttamente di terra.
Tutto sta nell’abituare lo stomaco.
Pensavo che saresti morto, ma sei vivo, e sotto gli occhi di tutti
pulisci la creta che ti si è fermata tra i denti.
Parlate di un impero!
Cosa, si credono Dio?
Sì. Voi vedete tutto con i vostri occhi, potete toccare con le
vostre mani, eppure non ci credete.
Mentre LUI, LO riconoscete, anche se non L’avete mai toccato.
È tempo che tu divenga Diavolo, basta essere Dio!
Io vivo, certamente, io vivo, sì, ma perché?
La musica si eleva e si invola…
È troppo bello per essere perso per sempre.
È bello e privo di senso.
La musica canta di una ragazza che ha trasformato la sua vita
in un incantesimo, rinunciando alla maternità.
Quante donne ho avuto…
Quando vedo una donna me ne sento attratto.
Non per possederla ma per difendere la debolezza femminile
oppressa.
Rosa Luxemburg, sì che è una donna!
Un’ebrea, no?
Io ti liquido con questa parola.
(…)
E sia, ma siamo della stessa sostanza io e la stella.
Bisogna realizzare sulla terra qualcosa di universale, di degno
di nota.
A che cosa somiglia l’uomo?
A qualcosa di più alto.
A un oceano libero.
A un albero fruttifero, c’è un disaccordo dei membri quando si
lascia un ramo.
Forse l’uomo somiglia più al cavallo.
Il cavallo ha un cuore nel petto e un volto nobile con gli occhi,
cosa che l’albero non ha.
L’uomo discende dal verme.
Il verme è un semplice, terribile tubo in cui non c’è nulla
nient’altro che tenebre vuote e putride.
Non sono che sciocchezze – noi abbiamo un sentimento molto
debole dell’intelligenza.
Ma l’uomo non è nulla! Guardate i pesci!
I pesci? Anch’essi in cerca della luce nuotano con gli occhi
spalancati.
Sono molto graziosi, ma dopo di loro non resta nulla, poiché
non lavorano!
Producono degli strumenti?
E l’uomo, che cos’ha?
L’uomo ha le macchine!
L’uomo è all’origine del meccanismo, mentre i pesci sono al
termine…
(…)
***
Velimir Chlebnikov
Poco, mi serve.
Una crosta di pane,
un ditale di latte,
e questo cielo
e queste nuvole.
–
Per me è molto più piacevole
Guardare le stelle
Che firmare una condanna a morte.
Per me è molto più piacevole
Ascoltare la voce dei fiori,
Che sussurrano «È lui»
Chinando la testolina,
Quando attraverso il giardino,
Che vedere gli scuri fucili della guardia
Uccidere quelli
Che vogliono uccidere me.
Ecco perché io non sarò mai,
E poi mai, un Governante.
(fine)